| A due anni di distanza siamo ancora qui a combattere qualcosa di cui sappiamo poco niente. L'unica cosa che fa intravedere uno spiraglio di luce è che ora la gente non muore più come mosche. Personalmente ho aderito alla campagna vaccinale, sono fermamente convinta che sia un valido mezzo di contrasto. Ci si ammala uguale ma il covid sembra meno aggressiva, fa meno paura. In questi due anni non si è ammalato nessuno di covid nella cerchia delle mie conoscenze, non ho esperienze dirette ma a dire il vero, non ne sento la mancanza. Le prime due dosi, per scelta in fase di prenotazione complice l'estate, le ho "vissute" come scampagnata tra i monti, un bellissimo paesino, incastonato tra i Monti Sibillini e con il suo centro termale riconvertito centro vaccinale. L'atmosfera era comunque stridente. Da un lato individui in coda, sguardi che tradivano musi lunghi sotto le mascherine, ma cuori pieni di speranza. Dall'altro bimbi che con schiamazzi e risa gridavano involontariamente al vento tutta la voglia di vivere e di far sapere che loro non ci stavano a subire quel corteo funebre. Abbiamo tutti sperato nella svolta determinante, forse lasciavamo tutto alle spalle. Prima dose, seconda poi arriva la terza. Ecco per la terza dose mi hanno tolto la poesia del centro termale. Prenoto, ci sono solo gli hub, o quello o niente. Sono stata relativamente fortunata esperienza snervante ma dopo due ore sono di nuovo a casa. L'esperienza traumatica è arrivata questa settimana quando ho accompagnato mia figlia (maggiorenne ma almeno approfittiamo per chiacchierare) Complici alcune scelte dissennate e che nessuno, con un briciolo di ragione, avrebbe permesso si è andato formando un serpentone in coda 100..200..300.. (assembramento? parola sconosciuta) Due file di individui che si guardano in cagnesco, da un lato i prenotati, dall'altro i non prenotati che ci provano presi dalla disperazione e messi alle strette dai decreti (pensarci prima no è...) Mi allontano perchè dopo un certo punto non posso proseguire, saluto mia figlia che sclera perché stiamo tutti ammassati "dai non te la prendere, poi sarà solo un brutto ricordo" Guardo da lontano, risale la nebbia dal mare, scende la sera, il buio avvolge tutto, solo la luce gialla dei lampioni del piazzale penetra a cono la nebbia, rendendo una scena da Resident Evil realtà. Il serpentone dondola, come formato da tanti zombie che avanzano verso l'agognata meta, dopo una giornata di attesa (in molti sono in fila dalla mattina per ottenere una dose) Sono le 19, stanno per chiudere i cancelli ed arriva il "chi è dentro è dentro chi è fuori è fuori" L'esasperazione, la stanchezza, la delusione di certo non giocano a favore di chi già dalla sua ha poco intelletto. Scoppia il delirio, urla, insulti, violenza verbale inaudita e lampeggianti che da lontano avvertono che le forze dell'ordine stanno arrivando. Impotenti osservano. Un agente al telefono con il comando, sclera contro chi ha permesso tutto questo e senza un minimo di pianificazione.
Sono stata spettatrice involontaria di una serata di ordinaria follia, stiamo facendo slalom tra i tantissimi positivi, per il momento senza prendere paletti in fronte, ma la discesa è ancora lontana e stiamo ancora ciaspolando sulla vetta.
|