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Raccontiamoci i nostri segreti, Raccolta di background di personaggi

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Posted on 2/12/2017, 11:55     Like  
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Divinità

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CITAZIONE (Demon_Rose_96 @ 1/12/2017, 23:36) 
Ecco la mia Marianne "Bloody Mary" Blossom! Umana, Guerriera, Falce, cosa vuoi di più?

Sexy e letale...me gusta
 
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Posted on 2/12/2017, 15:26     Like  
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Immortale

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CITAZIONE (Demon_Rose_96 @ 1/12/2017, 23:36) 
Ehi ehi ehi, non vi sembra di essere troppo veloci a mettere BG? Così mi fate sentire inferiore!

Ecco la mia Marianne "Bloody Mary" Blossom! Umana, Guerriera, Falce, cosa vuoi di più?

Accidenti! Che figona! :B): :B): :B):
 
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Posted on 2/12/2017, 15:50     Like  
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Divinità

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Il bg del mio personaggio per l'AP Iron Gods

Horgo del Clan dei Lupi Fantasma

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Horgo era un membro del clan dei Lupi Fantasma fino all’evento che sconvolse totalmente la sua vita.
Ai tempi era troppo giovane per partecipare agli attacchi in cui il clan assaltava i robot e i nemici della Lega Tecnica e quindi era costretto a svolgere solamente compiti di ordinaria amministrazione come fare la ronda fuori dall’accampamento e fu proprio durante una di queste che tutto avvenne. Vide un bagliore luminoso a un centinaio di metri dall’accampamento. Convinto che si trattasse di un membro della Lega Tecnica intento a usare qualche marchingegno tecnologico per attaccare il clan e quindi, smanioso di dimostrare di cosa era capace, corse in quella direzione.
Una volta arrivato nei pressi di dove aveva visto il bagliore, fu avvolto da una strana luce e chiuse gli occhi per schermarsi da esso.
Quando gli riaprì, si trovò in un ambiente chiaro, con una luce circolare sul soffitto. Capì di essere sdraiato sulla schiena, con il corpo bloccato e costretto a guardare in alto. Vide un braccio meccanico dotato di un grosso ago muoversi sopra di lui e dopo che lo sentì pungere nella zona dello stomaco tutto divenne buio.
Quando rinvenne, si ritrovò nel campo in cui il clan si era accampato e decise di liquidare il tutto come un sogno, sbrigandosi a tornare a far la ronda per non esser beccato a poltrire. Nei giorni successivi alcune stranezze, come minuscoli oggetti di metallo che rimanevano attaccati ai palmi delle sue mani, gli fecero riconsiderare il “brutto sogno”.
In pochi giorni si convinse di essere stato rapito e che quelli lo avevano trasformato in un androide. Decise quindi di scappare dal clan prima che il capo, la feroce Xol-Nomag, lo scoprisse e lo condannasse a morte.
Inizialmente fu una fuga senza meta, con il solo scopo di allontanarsi dal clan e non incappare nei membri della Lega Tecnica, ma lentamente un’idea si fece breccia tra la marea di confusione che lo attanagliava: doveva trovare una cura e tornare a essere un non-robot così da poter tornare dal suo clan.
I suoi viaggi alla ricerca di una cura lo portarono nella città di Hajoth Hakados, dove si ritrovò a collaborare con i Pathfinder per una missione e decise di unirsi a loro quando seppe dell’ammontare di conoscenza che tenevano nella loro loggia cittadina.
Horgo inizia a fare una cosa che non aveva mai fatto in vita sua: studiare. Inizia a documentarsi sui robot, sugli androidi e su tutti quegli aggeggi meccanici viventi, ma senza riuscire a trovare nulla che potesse rimediare alla sua attuale condizione.
Il Mastro della Loggia, vedendolo sforzarsi ogni giorno su tomi complessi e quasi incomprensibili per il barbaro (che più di una volta terminò le sue sessioni di studio scaraventando contro il muro vari tomi), decise di inviarlo da un suo conoscente a Torch, un certo Khonnir Baine.
Quando arriva a Torch, conosce Baine e passa con lui quasi un mese in cui il Mago analizza il giovane Horgo rinvenendo una serie di microscopici dispositivi tecnologici all’interno del suo sangue. Quando scopre che Baine non ha una cura per la sua situazione ma che forse potrebbe scoprire qualcosa in più tenendo sott’occhio il giovane, Horgo acconsente a rimanere a casa del mago, cercando di studiare il materiale presente nell’abitazione e aiutando in casa.
Lo spegnimento della fiamma viola però e la scomparsa di Baine cambiano le carte in tavole e Horgo è costretto ad affiliarsi con un gruppo di persone per andare alla ricerca dell’uomo.
 
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Posted on 3/12/2017, 23:28     Like  
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Avventuriero

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Dalla taverna più vicina

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Horgo del Clan dei Lupi Fantasma

Big Boy! Ahahahahaha
 
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Posted on 4/12/2017, 18:51     Like  
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Immortale

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Qui ci vuole una premessa: sono molto, molto affezionata a questo personaggio, probabilmente per le traversie a cui l'ho sottoposta proprio da bg, poverina. Ruolarla è molto complesso proprio perchè cerco sempre di tenere ben da conto il suo passato e i traumi che esso le ha lasciato.

Lei è KEHRIBAR, elfa oracolo del legno, ed il bg è quello che c'è anche in firma. Però....
.... però visto che ci stiamo "svelando i segreti", qui vi metterò anche una parte del bg che non ho mai rivelato fino ad ora, se non al master, con la descrizione precisa degli eventi che l'hanno traumatizzata. Nessuno le ha mai chiesto nel dettaglio cosa le sia successo ed io sto tenendo tutto da parte sperando che un giorno qualcuno le faccia la fatidica domanda :)

BG GENERALE
KEHRIBAR
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Kehribar è nata e cresciuta in una casa immersa nei boschi, sul confine est della grande foresta degli elfi. E’ figlia di persone semplici e umili: suo padre è un boscaiolo e falegname, sua madre un’ottima cuoca e creatrice di infusi medicamentosi.
Nei pressi della loro casa c’è un piccolo villaggio di contadini e pastori, e nulla più. Perciò, il padre di Kehribar è spesso in viaggio, per andare a vendere la legna nella capitale elfica o nelle città degli uomini, più di tutti Knightsbridge che non è a troppi giorni di cammino da casa.
Kehribar cresce quindi nella natura, lontano dagli sfarzi della Capitale, tutt’uno con gli alberi del bosco che sono la fonte di vita della sua famiglia. Accompagna spesso il padre nel suo lavoro e lui le insegna tutto ciò che sa sugli alberi, sul legno e su come lavorarlo. E Kehribar mostra subito, sin da molto piccola, un’insolita capacità nell’intaglio: riesce a trovare le venature del legno e a seguirle per realizzare oggetti di eccezionale fattura. Apprende tutto ciò che il padre le insegna e sembra davvero che abbia un legame magico con l’ambiente che la circonda. Ed è così. Crescendo, una volta raggiunta l’adolescenza, Kehribar comincia ad essere soggetta a degli strani momenti in cui sembra perdere coscienza di sé: i genitori la vedono dapprima bloccarsi, fissare un punto e poi cominciare a parlare in lingue a loro ignote. Kehribar non sa spiegare cosa le succeda, riesce solo a dire che “sta parlando con gli alberi” ma nulla di più.
Man mano che cresce, questi episodi, dapprima molto sporadici, diventano sempre più frequenti e sembrano intimamente connessi con la foresta: più si addentra nelle sue profondità, più Kheribar è soggetta a momenti di vera e propria possessione.
Un giorno Kehr perde coscienza e comincia a delirare. Passano i giorni, ma la ragazza non migliora e continua a parlare con parole ignote. Il padre decide quindi di caricarla sul carro e portarla da qualcuno che pensa possa liberarla dai demoni che la possiedono. Perché è questo ciò che lui e sua moglie ritengono: che la figlia sia posseduta dal male. L’uomo sa che deve allontanarsi dalla foresta perciò si dirige dritto a Knightsbridge, dove si trova Eaglecastle, la sede dell’Ordine dei Cavalieri dell’Aquila. I cavalieri dell’Ordine sono per lo più umani, ma sono uomini molto devoti, ci sono molti chierici tra loro e, soprattutto, sono lontani dalla foresta: sono gli unici che possono aiutarlo.
Quando arrivano in città, Kehr viene visitata da un membro dell’Ordine che subito riconosce in lei il tocco non di demoni, ma di divinità. La ragazza parla la lingua delle entità della terra e quella celeste degli dei. E’ un segno: deve entrare nell’Ordine. I Cavalieri sapranno insegnarle a controllare i suoi poteri e gli strani effetti che ne conseguono.
Il padre di Kehribar sa che né lui, né sua moglie potrebbero fare nulla per la figlia perciò acconsente.
E’ così che Kehr comincia la sua strada da cavaliere. La ragazza ha un’indole dolce, schiva: è timida e spesso insicura a causa dei momenti in cui perde coscienza di sè. Ma grazie agli insegnamenti, anche molto duri, che riceve scopre di avere una impensabile forza d’animo e soprattutto di poter mettere le proprie capacità al servizio di alti ideali di pace.
Ed è per servire questi ideali che, come prima missione, accetta di recarsi ad Hillsfar per prendere contatti con gli amministratori locali e provare ad intavolare trattative per l’espansione dell’Ordine anche a sud del Mar della Luna. Doveva essere un compito piuttosto semplice, tanto più che Kehribar ha sviluppato anche notevoli doti di eloquenza. Ma così non è.
Hillsafr viene conquistata, pochi giorni dopo il suo arrivo, da un malvagio esercito guidato da un essere che si fa chiamare Khal e Kehribar viene fatta prigioniera.
La ragazza si ritrova ad essere il giocattolo di un malvagio capitano di drappello che sfoga su di lei tutta la sua crudeltà, ferendola, torturandola e umiliandola in ogni modo possibile, per settimane.
Quando Kehribar aveva ormai deciso di lasciarsi morire, le si presenta invece la possibilità di salvarsi, che lei riesce a cogliere al volo anche con l’aiuto, non proprio spontaneo, del falegname del posto, il quale accetta di spendere una cospicua cifra per riscattarla dal soldato e condurla a lavorare presso la sua bottega… a patto che lei poi lavori gratis per lui finché non l’avrà rifuso dei soldi da lui spesi: già, nessuno fa mai niente per niente al mondo. E tantomeno ad Hillsfar.
Ecco perché Kehr deve restare in quella maledetta città, perché ha fatto un patto con l’uomo che l’ha salvata e non può disattenderlo.
Circa un anno dopo i terribili eventi della presa di Hillsfar, Kehribar ha finalmente saldato il suo debito e sta già progettando il suo rientro ad Eaglecastle, quando nella folla delle strade di Hillsfar riconosce un viso che conosce bene…


QUELLO CHE NESSUNO SA
Quando l'esercito del Khal invade la città, Kehribar sente il dovere di combattere in difesa dei cittadini inermi.
Le è subito chiaro che le forze degli invasori sono non solo soverchianti ma prive di scrupoli: "uomini che passano sui cadaveri senza pietà". Ciononostante Kehr non si tira indietro e si lancia in difesa di una giovane donna che, con la figlioletta in braccio, fugge da un drappello di 5 guardie. Sebbene la ragazza riesca a ferire pesantemente due soldati, le viene inferto un forte colpo alla nuca che le fa perdere i sensi.
Una secchiata di acqua gelida le fa riprendere conoscenza dopo un tempo non calcolabile. Kehribar riapre gli occhi e capisce di essere sul pavimento di pietra di una stanza fredda e scura. Cerca di mettere a fuoco e vede davanti a sè gli stivali chiodati di un uomo in armatura. L'uomo (che è il capo del drappello contro cui Kehribar si era scagliata) la sovrasta, completamente armato ad eccezione dell'elmo, e quando Kehribar arriva a guardarlo in viso sente un terrore profondo invaderla. L'uomo ha lo sguardo vuoto di ogni barlume di umanità: in lui l'elfa vede solo crudeltà e freddezza.
Il soldato si inginocchia davanti a lei e Kehribar istintivamente cerca di allontanarsi ma si rende conto, con orrore, di avere una catena attorno ad una caviglia che le impedisce di muoversi e di non avere indosso altro che una leggera (troppo leggera) camicia.
Continuando a fissarla, l'uomo si sfila il guanto, con un movimento studiatamente lento, per godere del terrore che si dipinge nello sguardo di Kehribar, poi gliela passa sul corpo fino ad arrivare ad afferrarla per i capelli. "Che pelle liscia e delicata, elfa. Proprio come piace a me. Ci sarà da divertirsi con te."
Immediatamente Kehribar capisce che "il divertimento" per lui consiste nel procurarle dolore in ogni modo possibile. Nei lunghi giorni che la ragazza passa nelle sue grinfie, l'uomo non si limita a violentarla, come era prevedibile, ma sfoga su di lei attacchi di violenza durante i quali la schiaffeggia con i guanti dell'armatura, la ferisce in tutto il corpo con gli speroni, le brucia la pelle con la punta arroventata della spada. Lui gode delle grida di dolore, delle inutili implorazioni di Kehribar di avere pietà di lei, delle sue lacrime. E Kehribar, dopo un po' questo lo capisce: smette di gridare, di pregare, di implorare. Tace, tace nonostante il dolore, si morde le labbra a sangue pur di non proferire un suono.
Il soldato nero comincia perciò ben presto ad annoiarsi di Kehribar e dirada le sue visite alla ragazza, nella cui anima però non è rimasto altro che il desiderio di morire. Se potesse si ucciderebbe lei stessa, ma non ha nulla con cui farlo neanche la catena che la tiene prigioniera è sufficientemente lunga perché possa strangolarsi. Però la stanza in cui è rinchiusa ha un tetto di legno e lei con il legno ci sa fare, molto. Quindi comincia a concentrarsi (e non è facile nelle condizioni in cui si trova) per sprigionare la sua magia innata grazie alla quale riesce ad incrinare a poco a poco la trave portante, allarga la venatura principale per creparla, indebolirla e far così crollare su di lei e le sue sofferenze il tetto della sua prigione.
Ma il soldato nero si accorge che le travi hanno bisogno di una riparazione (sebbene non immagini che Kehribar c'entri qualcosa nelle crepe che sono comparse) e quindi chiama il falegname di Hillsfar.
L'uomo arriva trafelato e viene spinto sbrigativamente nella stanza. "Ripara quella trave e sbrigati! Ah, non far caso a lei, non è cosa che ti riguardi."
Il falegname si inchina di fronte all'uomo e comincia a lavorare. Ogni tanto getta uno sguardo pietoso su Kehribar, ma lo distoglie rapidamente e torna a concentrarsi sui lavori.
Finché, con un filo di voce, l'elfa lo chiama: "Signore, signore vi prego, vi scongiuro in nome di ciò che avete di più caro, aiutatemi."
L'uomo, cercando di non distogliere lo sguardo dalla trave, le risponde a mezza bocca: "Non posso. Mi uccideranno."
"Allora uccidetemi!"
L'uomo è in difficoltà: "Vi prego, non mi chiedete qualcosa che non posso fare..."
Kehribar tace. Il terrore alberga anche nel cuore dell'uomo che darebbe qualsiasi cosa per non trovarsi lì. Vuole solo riparare in fretta il danno e andare via.
"Non ci riuscirete, sapete?" Dice Kehribar dopo un po'.
"A fare cosa?"
"A mettere il tetto in sicurezza" e così dicendo, chiude gli occhi e provoca una nuova, profonda spaccatura nella trave, che scricchiola sensibilmente.
"Ma cosa...???"
"Io posso aiutarvi. Posso aggiustarla. E fare in modo che non dobbiate mai più tornare qui. Ma voi dovete aiutarmi. Altrimenti qui crolla tutto."
Kehribar non riconosce le parole che sta dicendo: sta davvero minacciando una persona innocente? Sì! E non smetterà finché non avrà ottenuto ciò che vuole.
Il falegname scende dalla scala su cui stava lavorando e le si avvicina. Ha chiaramente difficoltà a guardarla.
"Cosa devo fare?" Le chiede.
"Quando lui tornerà, ditegli che io sono la vostra apprendista, che mi avevate perso durante l'invasione e che mi rivolete. Fategli capire che avete diritto a riavermi. Ed io vi giuro che lavorerò per voi, gratis, e voi non dovrete più preoccuparvi di nulla."
Il falegname tentenna. Kehribar tenta un'ultima volta: "Se non volete aiutarmi, lasciatemi almeno uno dei vostri attrezzi così che io possa togliermi la vita... Vi prego."
"No, questo no! Vi aiuterò. Ma non vi prometto di riuscire."
Quando il soldato rientra, il falegname gli va incontro con fare deciso e, con grande stupore di Kehribar, se la cava piuttosto bene: "Signore, il legno è marcio. Il tetto va sostituto completamente ed al momento è assolutamente proibitivo stare qui. Inoltre ho intenzione di reclamare la ragazza: è la mia apprendista. Ho speso soldi per nutrirla e tempo per istruirla e la rivoglio."
"Ah! Guarda un po' che caso: è la tua apprendista! Quindi avevo una falegname per le mani e non lo sapevo! Potrei morire dal ridere!"
Kehribar, dall'angolo buio in cui si è rincantucciata dice: "È vero! Mettetemi alla prova."
"Oooohhh ma tu guarda, la puttanella ha ritrovato la voce. E forza, allora, mostraci cosa sai fare."
Kehribar non può muoversi, quindi chiede che le avvicinino il tavolo che si trova nel l'angolo opposto della stanza e che il falegname le passi gli strumenti che lei via via gli chiederà. Poi domanda al soldato: "Quante spade avete?"
"Compresa quella che ho tra le gambe?" Ride.
"Quante spade avete?" insiste Kehribar.
"Quattro. Ma non vedo perché dovrebbe interessarti."
Sotto i loro occhi smonta il vecchio tavolaccio mezzo distrutto e ne ottiene una rastrelliera per quattro spade, finemente intarsiata. È un lavoro perfetto.
Quando ha finito, restituisce gli strumenti al falegname e attende.
"Bene" dice il suo aguzzino " sai lavorare il legno, questo è certo. Ora, falegname, il punto è che di questa sciacquetta mi sono stufato: è diventata troppo noiosa e silenziosa. Quindi potrei anche rendertela. Ma, vedi, in verità pensavo di venderla al mercato degli schiavi per ricavarne qualcosa. Ora, se la rivuoi, dovrai rifondermi di ciò che non potrò guadagnare vendendola. Mi sembra equo, non trovi?"
Il falegname esita. Se non avesse visto di cosa Kehr è capace, la lascerebbe lì al suo destino. Ma la ragazza è incredibilmente abile: pagare per averla potrebbe essere un buon investimento.
"Quanto volete?" chiede quindi al soldato.
"500 monete d'oro"
"200"
"Non scherzare con me, falegname! 450."
"380"
"E uno sconto sulle riparazioni del tetto."
"Affare fatto!"
"Bene, falegname. Portatela via. Manderò qualcuno a riscuotere alla tua bottega fra due ore. E tu torna qui domani mattina: voglio questa stanza agibile entro domani sera."
Ciò detto, il soldato libera la caviglia di Kehribar e la mette in piedi tirandola per i capelli. "E non si dica che i soldati dell'esercito nero non sanno essere magnanimi" dice con una risata, mentre lancia Kehribar addosso al falegname.
Lui la sostiene mentre lasciano l'edificio (una taverna forse, in passato. Ma ora niente è più come prima) e percorrono le vie della città. Dopo un po', Kehribar sussurra un sommesso "Grazie" e poi comincia a piangere, in silenzio, senza neanche singhiozzare. Le lacrime scendono sul suo viso come quando un fiume sfonda gli argini. E lei le lascia scorrere.
Quando giungono in bottega, il falegname la adagia delicatamente su una sedia e le offre una bevanda calda. Poi le mostra la stanza in cui potrà sistemarsi, le trova dei vecchi vestiti della defunta moglie, le porta acqua e bacinelle perché possa lavarsi.
Kehribar lo ringrazia ogni volta che lui le porta qualcosa e infine, prima che lui chiuda la porta per lasciarla da sola, gli dice: "Io vi devo la vita. So che avete impegnato una cifra enorme per me. Io vi giuro, su quella stessa mia vita che oggi avete salvato, che lavorerò per voi senza volere nulla finché non avrò ripagato il mio debito."
"Così sia, ragazza, così sia."

In poco meno di un anno Kehribar riesce a rifondere completamente il debito, non solo perché lavora bene e velocemente, ma anche perché la città ha bisogno di restauri più che mai. Il falegname ha molte commesse e Kehr ne sbriga la maggior parte. Questo, inoltre, le da modo di essere presente in molti luoghi della città, di ascoltare senza essere notata, di vedere senza essere vista. È un cavaliere dell'ordine, dopotutto, e appena libera dal suo impegno col falegname, troverà un modo per lasciare la città e tornare ad Eaglecastle. E per allora, più cose avrà scoperto, meglio sarà.

Purtroppo, dalla sua prigionia, Kehribar non è più la stessa. Incubi la tormentano quasi ogni notte mentre nella sua anima alberga una profonda inquietudine. Kehr ha perso la sua fiducia nella giustizia divina e nella bontà umana. Nessuno fa niente per niente, questa è la realtà, e anche il falegname che l'ha salvata lo ha fatto per trarre profitto da lei.
Il male dilaga, portato dagli eserciti del Khal, e ad Hillsfar sembra aver attecchito come un incendio in un giorno di vento secco.
Kehribar giura a se stessa che non resterà in città un minuto più del dovuto. Perché la sua parte di male l'ha già avuta ed è bastata per due vite elfiche.
 
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Posted on 5/12/2017, 09:43     Like  
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Io più leggo i vostri Bg più mi ispira la classe dell'oracolo...

Comunque, oggi mi andava di condividere con voi un altro Bg, ecco a Voi

CONNOR SILVERSTORM
Connor Silverstorm - Umano/Licantropo(Lupo Mannaro) Ranger
In versione Ibrida o Lupo ha il pelo tendente all'argento, e la cicatrice che ha in forma umana (lasciata da artigli sull'occhio sinistro) prende una colorazione bianca.

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Connor è uno dei tanti nato col "dono", così continuava a chiamarlo il padre, il dono di essere più simile alla bestia che all'uomo. E per quelli della sua razza questo era, un orgoglio, ma non era così che la vedeva il giovane Connor. "Gli istinti delle bestie sono crudeli, tendono ad uccidere senza un vero motivo, perchè padre?"..."Perchè è questo quello che siamo!" Gli rispondeva sempre, possibilmente ancora imbrattato di sangue dell'ultima vittima.
Connor crebbe, e come altri lupi del branco veniva addestrato a controllare la trasformazione, ma al contrario dei suoi compagni lui non si lasciava andare all'istinto, la mente dell'uomo continuava a regolare i suoi comportamenti controllando gli istinti della bestia. Questa cosa non andava molto a genio al Capobranco, lui aveva sempre guardato storto Connor, nonostante fosse il figlio del suo braccio destro,questo non lo convinceva.
Una notte come spesso succedeva il branco era andato a saccheggiare uno dei piccoli villaggi ai confini del regno, e fu quella la sera che Connor fu cacciato via dal branco, i suoi compagni avevano saccheggiato il villaggio e potevano andarsene tranquillamente senza mietere vittime, quando uno dei lupi accortosi di un bambino fuori casa si lanciò contro di lui pronto ad azzannarlo e probabilmente ad ucciderlo, Connor era lì vicino, non ci pensò su due volte e si lanciò addosso al lupo ferendolo gravemente per proteggere il bambino, permettendogli di mettersi in salvo. La cosa fu riferita al Capobranco, aveva tradito il branco, la punizione era soltanto una, andarsene e non tornare mai più, Connor era molto legato alla sua famiglia e non potè sopportarlo, ma ancora di più lo ferì lo sguardo di disprezzo del padre.
Connor scappò quella sera, senza voltarsi più indietro, deciso a cominciare una nuova vita, nonostante fosse emotivamente a pezzi pronto a rinnegare per sempre ciò che era.
Passarono gli anni, e stabilitosi in un piccolo villaggio al limitare di una foresta, iniziò a lavorare come guardacaccia dimenticandosi del suo lato animale. Un giorno mentre avanzava lungo uno dei sentieri della foresta i suoi sensi sviluppati gli fecero notare una figura. Un lupo ferito giaceva vicino ad un tronco spezzato, gli si avvicinò e il lupo spaventato cercò di andarsene ma non potè fare molta strada che crollò a causa delle ferite, era stato azzannato più volte e riportava diversi segni di artigli. Connor si sentì simile a quell'animale così lo prese con se portandolo nella sua capanna al limitare della foresta per curarlo, ma la sua sorpresa maggiore fu vedere ritrasformare il lupo in una bellissima ragazza. Connor si prese cura di lei, si chiamava Vanya, e anche lei era stata cacciata dal suo branco, perchè aveva un cuore.
I due si innamorarono e il ragazzo riscoprì il lupo che era in lui, correre per la foresta, cacciare, il tutto gli sembrò diverso adesso, lui non lo aveva mai fatto per il piacere di sentire del sangue innocente tra le zanne, ma adesso gli sembrò diverso, gli sembrò che il lupo non dovesse per forza essere cattivo, forse poteva sfruttare il suo potere per proteggere i deboli.
Si mise in viaggio insieme a Vanya e più tempo passava più si rese conto che non erano soli, altri erano stati cacciati dai loro branchi perchè "buoni", Connor e Vanya decisero allora di proteggere e dare nuove speranze a quegli individui. Aveva riscoperto il lato animale quindi non trovò un motivo nello stabilizzarsi in un villaggio, ma come un gruppo di nomadi iniziarono a viaggiare. Il branco più tempo passava più numeroso si faceva, erano arrivati ad essere una decina, proteggevano i villaggi dalle minacce, dalle belve feroci, e da altri lupi mannari, lui era stato il primo, e anche se non era un tipo carismatico o non era nato per essere un capo era stato scelto per essere l'"Alfa"
Una notte Connor si era attardato all'interno di uno dei paesini che avevano protetto da un assalto di mannari, quando in lontananza sentì puzza di bruciato, e odore di sangue, si rese conto che venivano dal momentaneo accampamento in cui si erano stabiliti vicino al bosco. Trasformandosi in lupo prese a correre più che poteva, ma quando arrivò fu troppo tardi, il suo branco era stato sterminato e Vanya era lì in mezzo, ferita gravemente e si trascinava a stento verso di lui. Stava per avvicinarsi quando un grosso mannaro dal pelo nero si lanciò contro Connor. Solo dopo scoprì che uno dei branchi da cui avevano difeso il villaggio era tornato per vendicarsi. La battaglia durò parecchio, ma alla fine Connor riuscì ad avere la meglio, riportando solo una profonda ferita sul volto. Corse da Vanya, ormai in fin di vita, la bestia dentro di lui scalpitava per essere rilasciata, ma la ragazza lo accarezzò, mormorandogli qualcosa.
"No...non lasciare che prenda il sopravvento...non diventare come loro...la vendetta è il primo passo...proteggilo...proteggi il tuo cuore...sei un uomo buono...non diventare una crudele bestia..."
Connor ululò alla luna per tutta la notte, e solo all'alba riprese le sembianze umane, sepellì il suo branco e la sua adorata Vanya, e si mise in viaggio, in cerca di un nuovo branco o più semplicemente in cerca di compagni, ma soprattutto in cerca di deboli da proteggere. Le sue zanne non si sarebbero macchiate di sangue innocente, ma i suoi artigli dovevano grondare del sangue dei malvagi.
 
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Posted on 5/12/2017, 13:01     Like  
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Quando i segreti devon rimaner tali
ovvero: chi se ne importa della storia della tua vita?

Visto che il topic è interessante, vorrei dare il mio contributo. Anche a me è capitato di prepare BG complessi ed originali (spesso per giustificare un mix di classi, razze e cdp poco credibile ma overpowered) senza poterli mai sciorinare al resto del gruppo, eppure, la cosa non mi ha mai sorpreso, visto che spesso gioco il ruolo del DM. L'esperienza da DM mi ha insegnato che un personaggio che alla prima domanda ti sciorina la storia della sua vita è un personaggio noioso, poco attraente ed anche grottesco. Vivo all'estero da una decina d'anni, e la domanda "da dove vieni straniero?" mi è stata fatta di persona. La risposta in genere non riguarda le mie esperienze d'infanzia, ma suona in genere "I'm Italian, I'm from Rome." al che il discorso prende nel 95% dei casi una piega gastronomica. La domanda che vi faccio è dunque: siete convinti che i BG che presentate siano effettivamente ben scritti? Aggiungono qualcosa alla narrazione oppure sono solo una menata vostra? il gioco di ruolo è un gioco di gruppo, se quello che fate non aggiunge valore al divertimento di tutti è particolarmente inutile. Faccio un esempio: è più interessante sapere che Gukulko il mezz'orco barbaro puzzone ha un rapporto incestuoso con la sorellastra che ama alla follia oppure che quando era piccolo ha imparato a combattere con l'ascia bipenne perfetta ereditata dal padre per difendere l'onore di tale sorellastra? È ovvio che l'amore dell'antigienico personaggio ha impatto sul gioco e sugli altri giocatori, il fatto che sappia usare l'ascia bipenne non interessa a nessuno. Il BG è (o meglio, dovrebbe essere) lo sfondo sul quale il personaggio ha senso. Dovrebbe esser pieno di altri personaggi, e luoghi che siano importanti per il PG. Al contrario spesso è semplicemente una fila di eventi statici cha han portato il PG ad essere dove è ora, e nulla aggiungono allo spessore del personaggio stesso.
Le pagine del pbf sono piene di barbari le cui tribu son state annientate dalle più disparate cause, ma nessuno di questi c'ha mai un momento di nostalgia in game. Allora mi chiedo, se non importa al personaggio, perché dovrebbe interessare agli altri giocatori? Se invece riempi il BG di mentori, nemici, amanti, luoghi importanti, cose che esistono ancora, allora in game queste possono avere un significato. Certo che vincolano il personaggio a comportarsi in una certa maniera, ma è proprio quello il senso di un BG. Quindi secondo me in un BG ci vuole meno letteratura e più sceneggiatura, altrimenti a nessuno fregherà mai nulla dei voli pindarici della nostra immaginazione.

Che ne pensate?
 
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Posted on 5/12/2017, 13:47     Like  
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A Ulric:
Per quanto mi riguarda, i miei background tendono sempre a raccontare ed a definire un PG, ma ci sono molti fattori di cui devi tenere conto:
> I tuoi BG non valgono tantissimo nelle varie campagne prefatte. Se il master lo vuole valorizzare, deve mettere lui spunti all'interno senza incasinare le cose, ma a questo punto, meglio costruirsi da 0 una campagna.
> Costruire una campagna da 0 è sempre difficile e dannatamente impegnativo per una luuuunga serie di cose (per essere in tema, ora non ho troppo tempo per scrivere qua, ma ci tenevo a dire la mia xD)
> Un PG Barbaro ha come scopo la distruzione del clan che ha distrutto il suo. Lo trova e lo distrugge. E poi? Lo scopo del PG è stato fatto, si è esaurito, dal BG non potresti più tirare fuori nulla, come ad esempio degli escamotage "ricostruisco il clan". Ok ma come? Insediamento? Giri il mondo? Diventi un mercenario? Ma come puoi pretendere di ricostruire un clan lavorando come mercenario?

Un BG può essere scritto benissimo, ma tieni sempre conto della "parabola" del personaggio (così come la chiamo io xD). Perché o cosa l'ha spinto all'avventura? Una volta raggiunto lo scopo, che fa?

A te la palla xD
 
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Posted on 5/12/2017, 15:13     Like  
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CITAZIONE (Lafarga @ 5/12/2017, 13:47) 
A Ulric:
Per quanto mi riguarda, i miei background tendono sempre a raccontare ed a definire un PG, ma ci sono molti fattori di cui devi tenere conto:
> I tuoi BG non valgono tantissimo nelle varie campagne prefatte. Se il master lo vuole valorizzare, deve mettere lui spunti all'interno senza incasinare le cose, ma a questo punto, meglio costruirsi da 0 una campagna.

vero, ma la cronaca del passato del PG non vale niente nelle campagne prefatte.
CITAZIONE
> Costruire una campagna da 0 è sempre difficile e dannatamente impegnativo per una luuuunga serie di cose (per essere in tema, ora non ho troppo tempo per scrivere qua, ma ci tenevo a dire la mia xD)

ok
CITAZIONE
> Un PG Barbaro ha come scopo la distruzione del clan che ha distrutto il suo. Lo trova e lo distrugge. E poi? Lo scopo del PG è stato fatto, si è esaurito, dal BG non potresti più tirare fuori nulla, come ad esempio degli escamotage "ricostruisco il clan". Ok ma come? Insediamento? Giri il mondo? Diventi un mercenario? Ma come puoi pretendere di ricostruire un clan lavorando come mercenario?

Infatti è l'esempio che porto per un cattivo BG. Ha molto più senso che la tribù del barbaro sia li con i suoi pregi e difetti a funzionare da motivazione per il PG, piena di amici e nemici, tradizioni che uno può seguire o disattendere, scandali da creare, guerre da sostenere. La tribù distrutta libera il barbaro dai suoi impegni verso di essa, permette cioè la creazione di un personaggio libero di fare ciò che vuole, ma al contempo lo priva dello sfondo su cui si muove. Ogni scelta del barbaro sarà dunque incomprensibile, immotivata, dovuta esclusivamente alle esigenze di un plot in cui il barbaro non è protagonista, ma attore involontario. E per quanto si cerchi di motivare con il desiderio di vendetta una trama complessa, il finale non può essere interessante se la vendetta si consuma (voglio dire, se Dumas ha chiuso il Conte col perdono un motivo ci dovrà pur essere non credi?).
CITAZIONE
Un BG può essere scritto benissimo, ma tieni sempre conto della "parabola" del personaggio (così come la chiamo io xD). Perché o cosa l'ha spinto all'avventura? Una volta raggiunto lo scopo, che fa?

A te la palla xD

Un BG non deve ne raccontare ne definire il PG, ma deve raccontare e definire lo sfondo su cui si muove (altrimenti non si chiamerebbe background!). E' il discorso per il quale senza Camelot, Artù non ha alcun senso, senza Ginevra Lancillotto è uno qualunque che passa per caso, e senza Ankh Morpork Scuotimento e un mago che veste di rosso. Secondo me se il BG si riduce alla cronaca dell'infanzia del PG, tanto vale non scriverlo per niente perché non interesserà nessuno degli altri giocatori. Se al contrario descrive luoghi e persone che per il pg sono importanti, diventerà parte integrante del personaggio ed anche gli altri giocatori potranno goderne. Insomma, credo che se il BG lo scrivi per te, interesserà solo a te, non è quindi sorprendente che possa rimanere inutilizzato anche in campagne lunghe.
 
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Posted on 5/12/2017, 15:54     Like  
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Quello che dici Ulric ha il suo fondo di verità, spesso, e io sono il primo, quando tracciamo il BG di un personaggio si va fuori tema andando a tracciare una serie di cronache del passato, che quel personaggio alla fine lo svincolano pure da esse. (Il mio Artas ne è la prova lampante, anche se qualcosa resta - odio verso gli elfi, disconoscere la propria razza ecc) Dall'altro lato sta per primis a noi giocatori valorizzare quel bg, se io mi gioco il mio artas normalmente anche se ho un altro elfo nel party e ci scherzo tranquillamente quel Bg è fine a se stesso, se invece anche se siamo nello stesso party lo odio e ci sto alla larga anche se solo un pizzico sto ravvivando il mio Bg, anche se poi non ho nessun "appiglio" come dici tu per valorizzare la storia.
Purtroppo spesso i nostri personaggi hanno alle spalle delle storie tragiche, orfani abbandonati, vedovi a cui hanno trucidato la famiglia, purtroppo storie mainstream, anche per questo, anche se alcuni dei miei pg cadono in questa categoria, altri volutamente hanno avuto una "vita serena" e spesso sono mercenari o avventurieri per scelta, per l'onore, per soldi, per conoscere il mondo o per migliorare nelle loro abilità.

Di sicuro il valorizzare o meno il Bg di un personaggio dipende almeno per il 50% dal master. Io in real faccio prevalentemente il master, ma gioco anche, riprendendo l'esempio del tuo orco...se il master non mette nessun appiglio che riguardi la sorella, beh anche quelle quattro parole che hai scritto non incidono sulla storia, per quanto tu possa da pg tirar fuori la storia, se non interessa al master, a maggior ragione non interesserà agli altri giocatori spesso.

Il bg alla fin fine secondo me è e resta un "segreto" del personaggio, poi dipende da pg a pg, esporlo e metterlo a nudo. Esempio: il mio Connor è un mannaro con un passato travagliato, se non sarà costretto non rivelerà nemmeno di essere un mannaro ai compagni di viaggio, a maggior ragione non rivelerà la sua storia. Al contrario di un bardo chiacchierone.

Detto questo, un discorso del genere mi pare sia stato già affrontato su un altro topic, quindi considerando che la questione potrebbe essere annosa e portare diverse opinioni in merito, e considerando anche il motivo per cui nasce questo topic direi che forse è meglio continuare il discorso da un altra parte o si perde "il senso" di questo topic: cioè una raccolta di Background e storielle dei nostri pg, che siano utili o meno ai fini della storia non "importa" ai fini di "questo" topic....;)
 
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Posted on 5/12/2017, 20:22     Like  
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Concordo con ciò detto fino ad ora da ambo le parti. Io sono sia giocatore che DM, ed il background, escluso quando ho deciso di fare campagne basate proprio su quelle al termine di quelle prefatte, non hanno voce nelle mie campagne. Bensì, però, ordunque e Ma, io penso che un personaggio debba avere la sua storia. A meno che sia nato all'età di 30 anni, con già le conoscenze di un uomo, qualcosa dovrà pur aver fatto, no? Magari ha coltivato erba cipollina fino ad ora per poi avere il pallino di fare l'avventuriero con la mazza ferrata comprata nel negozio più vicino. Cambia la campagna? No. Lui ha un passato che se vuole può raccontare? Si. Una volta che l'ha raccontato, influirà sulla campagna. Dipende dal DM. Bg buoni o cattivi (Non è la fine... xD), non cambiano nulla se non qualche scambio di battute tra PG.

Io addirittura esigo dei BG ai miei giocatori reali, e gli do (o tolgo se non lo fanno) esperienza alla fine della campagna/missione/torneo che sto ruotando.

Senza contare che questo topic è nato esclusivamente per mettere a confronto fantasie di varie persone e magari prendere spunto da ciò che si legge. Un BG come quello di Horgo, ad esempio, non mi sarebbe venuto in mente, nonostante io abbia giocato PG simili. E viceversa, magari a Raven non ha mai pensato alla bambina dai capelli rossi con una falce perché lui gioca solo personaggi dai capelli blu o verde acqua (xD). Questi sono "segreti" che possono anche smettere di essere tali, tanto non morirà nessuno. Anzi, molti hanno il PG in firma, e nella scheda ci sarà, probabilmente, anche il suo BG. Quindi questi segreti non sono proprio... segreti xD
 
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Posted on 10/12/2017, 21:21     Like  
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Bene bene...dato che l'ho appena finito di scrivere eccovi Il Bg del mio ultimo personaggio, un pò lunghetto ma spero apprezziate...

RAZIEL "L'ANGELO NERO"
Raziel "L'Angelo Nero" - Strix Magus Portatore della Lama

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Era un giorno come un altro quando una coppia di umili contadini George e Lin, di ritorno dalla città vicino al loro villaggio, dopo aver venduto la loro merci, si accorsero di quello che sembrava un grosso e strano uovo che ruzzolava giù dal fianco di una collina. Con un uovo così grande chissà che frittatona si sarebbero potuti fare, dopotutto i due non se la passavano benissimo e sopravvivevano a stento.
Lui un uomo di mezza età, chiaramente provato dal lavoro nei campi subito si avvicinò per prenderlo ma non riuscendovi l'uovo andò a sbattere su una pietra lì vicino incrinandosi, ma con delicatezza riuscì a portarlo sul carro senza romperlo. Avrebbero voluto portarlo a casa per cucinarlo, ma quello che accadde di lì a poco avrebbe cambiato la loro vita. Tra uno scossone e un altro le crepe sul guscio dell'uovo si allargarono finendo per romperlo, e immediatamente il pianto di un bambino attirò la loro attenzione.
Quello che avevano trovato non era un uovo di una bestia, al suo interno vi era infatti un bambino dai tratti umani ma sulle sue spalle spuntavano due ali piumate. L'ignoranza dei due gli fece credere che quello che avevano trovato fosse un angelo, arrivati a casa la donna si mise subito a pregare non sapendo come comportarsi, ma come prevedibile nessuna risposta arrivò dalla sua divinità. I due, di buon cuore, decisero allora di tenerlo con se come un figlio e di chiamarlo Raziel, che significa "L'angelo del mistero" perchè era un mistero la sua apparizione.
Il ragazzo crebbe più velocemente di quanto facessero gli altri umani, e dimostrava anche di avere poteri magici, il che fece tranquillamente credere agli altri abitanti del villaggio che fosse un angelo mandato a proteggerli, e Raziel effettivamente più di una volta sin da ragazzino si era dimostrato capace di scacciare banditi e briganti, spesso solo con la sua presenza, altre volte ricorrendo ai suoi poteri, per questo era ben voluto anche se temuto dagli abitanti del villaggio. Però più tempo passava più gli abitanti del villaggio lo vedevano diventare potente e pericoloso, cosa che iniziò ad infastidire alcuni compaesani che iniziavano a non volerlo più nel villaggio cercando più volte di piantare il seme della discordia tra gli abitanti e trovare un modo per cacciarlo.
La verità però era un altra, Raziel non era altri che uno strix, una razza di umanoidi da sempre in guerra con gli umani, verità che venne a galla quando un giorno dei soldati cercarono rifugio nel villaggio di Raziel e vedendolo istintivamente avevano subito cercato di attaccarlo. Il ragazzo trovatosi accerchiato riuscì a fuggire a casa sua, ferito da alcune frecce e in lacrime cercava conforto nei suoi genitori, non riuscendosi a spiegare il motivo di quell'attacco, lui era di buon cuore e era andato da quei soldati solo per aiutarli.
Non passò molto che i compaesani che non lo volevano trovarono un ottima scusa per toglierselo di mezzo e portarono sin davanti la casa di Raziel quel gruppo di soldati. Chiusosi in casa il padre di Raziel uscì per cercare di trattare, ma l'unico risultato che ottenne fu quello di essere preso come ostaggio, se lo strix si sarebbe consegnato lo avrebbero rilasciato. Raziel non ci mise molto a decidere e arrendendosi si lasciò catturare chiedendo in cambio che non venisse fatto nulla ai suoi genitori. Il ragazzo alato fu incatenato e picchiato davanti agli occhi dei suoi genitori e di altri del villaggio che erano dalla sua parte, ma erano solo contadini e contro un gruppo di soldati addestrati erano inermi non potevano fare nulla per aiutarlo, finchè il padre non resistette più e preso un forcone si mise in mezzo per cercare di difenderlo, purtroppo la reazione di quei soldati e degli altri compaesani fu più violenta del previsto e dopo aver picchiato anche il povero George questi cadde a terra e per sfortuna andò a sbattere la testa su una pietra, purtroppo la morte giunse sul colpo.
Il ragazzo vide spirare il padre "adottivo" davanti ai suoi occhi e questo scatenò una reazione che nessuno avrebbe potuto immaginare. Con un esplosione di energia arcana il giovane strix si liberò dalle catene spazzando via i soldati lì attorno, le grandi ali piumate presero una colorazione tendente al nero e i capelli alzati come da un vento soprannaturale iniziarono a diventare sempre più chiari, corse dal padre cercando di rianimarlo, ma ormai era troppo tardi. Con le lacrime agli occhi sentì il potere arcano scorrergli nelle vene come un fiume in piena e infine manifestarsi davanti a lui sotto forma di una spada ricurva completamente nera, che fluttuando finì nella sua mano. La sua ira fu implacabile e devastante e di coloro che erano stati i responsabili di quello che era successo non rimase nessuno, soltanto una tremenda pozza di sangue e i loro cadaveri divelti uno sull'altro. Solo quando si rese conto di quello che aveva fatto lanciò un ultimo sguardo alla madre anch'ella in lacrime e sentendosi in colpa per quello che aveva fatto si alzò in volo scomparendo alla vista dei presenti.
Raziel volò senza una metà finchè non crollò esausto su una rupe, qui fu trovato da un suo simile che lo condusse a quello che scoprì essere il suo villaggio d'origine dove restò per un pò di tempo, iniziando a conoscere le sue origini e della guerra tra uomini e strix, anche se, Raziel non si sentiva parte di quel posto ma più vicino agli uomini.
I suoi poteri tuttavia non erano comuni neppure tra gli strix e venne indirizzato da un eremita, un vecchio elfo di nome Nachalin, dopo lunghe ed estenuanti preghiere e richieste, questi accettò di addestrare Raziel, il ragazzo alato voleva più potere per riuscire a porre fine alla guerra che imperversava in quel territorio tra le due razze a lui così vicine. In pochi anni il ragazzo riuscì a padroneggiare a pieno i suoi poteri scoprendo che la sua spada era un essere senziente in tutto e per tutto e con cui poteva comunicare e sentendosi pronto ad affrontare la sua personale missione si congedò dal suo mentore.
Per prima cosa tornò da sua madre a chiedere perdono per quella sera, per essersi lasciato sopraffare dalla vendetta, ovviamente la madre lo accolse a braccia aperte e come lei buona parte del villaggio, espose le sue intenzioni e col loro supporto si mise in viaggio. Fondamentalmente lui voleva evitare l'inutile massacro di innocenti che la guerra portava da una parte e dall'altra, per questo si trovò a lottare spesso sia da una parte che dall'altra, per difendere i villaggi assaltati di entrambe le parti, fu così che si guadagnò l'appellativo di angelo nero, anche a causa della spada nera che brandiva. Ritrovatosi ad essere una spina nel fianco di entrambi gli eserciti ed essendo talmente potente da competere più che alla pari coi migliori condottieri di entrambe le parti si guadagnò il privilegio di venire ascoltato da entrambi i sovrani, esponendo le sue ragioni. Non fu semplice ma riuscì ad ottenere una sorta di pace, si scoprì che le ragioni per cui i due regni erano in guerra erano futili ragioni del passato ormai superate e grazie all'intervento di Raziel fu fatta chiarezza e soprattutto si raggiunse quello a cui aspirava lo strix, la pace. Questo passo ovviamente non fu ben visto dai più razzisti e guerrafondai di entrambe le parti, per questo Raziel continuò a muoversi di villaggio in villaggio e a vegliare sui villaggi di entrambe le parti da quelle voci fuori dal coro che per un motivo o per un altro cercavano di far cadere quel fragile patto che era riuscito a creare o comunque per proteggere i deboli. Queste erano le sue intenzioni più nobili, ma spesso i suoi viaggi erano anche guidati dalle intenzioni e dagli scopi della sua lama senziente, e da quella che ormai era quasi divenuta una inconsapevole abitudine: Diventare più Potente. Raziel si auto giustificava dicendo che se fosse stato ancora più potente avrebbe potuto difendere meglio i deboli, ma nessuno può dire se è davvero così o se questa era solo una scusa che il giovane strix continuava a ripetersi per autoconvincersene e la verità non era un altra...
 
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Posted on 11/12/2017, 01:07     Like  
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Eroe Epico

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Mmmmmmmmmmmmmmmmmmm....
Concordo con Ulric e allo stesso tempo.. non concordo con Ulric XD
Il BG è la storia del personaggio fino a qualche istante prima che si apra il sipario sulla sua avventura. Ovvio che farne una biografia di 345 pagine più copertina rigida e commento dell’autore non serve ad una mazza.. Però i punti salienti ne tratteggiano chi è o come è diventato quello che è (e sì, servono a giustificare le sette classi e i ventordici talenti.. XD). A chi frega? Io parto dal presupposto che non freghi a nessuno, con la speranza però di fare abbastanza role da sbottonare il mio pg pian piano come accadrebbe nella realtà a furia di sgomitare fianco a fianco salvandosi reciprocamente le chiappe. A che serve? Dipende. Se ci sono spunti/agganci per il DM potrebbe essere la chiave di Volta (insieme ai bg degli altri ovviamente) per costruire la più epica campagna a misura di personaggio mai creata, tuttavia se al DM non frega nulla e se da bg son già tutti morti e sepolti allora la risposta è: “sacco dei ricordi” da cui pescare eventualmente quando non si sa che cacchio scrivere.. Perciò concordo con te ma è ingiusto definire un bg fine a se stesso “mal scritto”, poco fruibile ok ma non mal scritto, perchè anche i bg da fine del mondo esistono e i personaggi si portano bagagli assurdi di traumi psicologici che poi vanno andrebbero ruolati..

A tal proposito.. siete sicuri che il bg più inutile e statico e fine a se stesso mai scritto sia davvero così?
Famiglia morta, amici morti, tutti morti.. toh.. ecco il fantasma di tua sorella, tuo padre, e già che ci siamo pure il tuo bisnonno che ti rivelano la mega macchinazione che c’è dietro le loro morti.. [Dm dietro al suo tavolo in mogano con gatto in grembo che accarezza malvagiamente.. “Fregato piccolo pggiucolo che credevi di scampartela..”]

CITAZIONE
Faccio un esempio: è più interessante sapere che Gukulko il mezz'orco barbaro puzzone ha un rapporto incestuoso con la sorellastra che ama alla follia oppure che quando era piccolo ha imparato a combattere con l'ascia bipenne perfetta ereditata dal padre per difendere l'onore di tale sorellastra?

Ah, sicuramente molto più interessante il rapporto incestuoso a patto che Interessi al Master, o va a fare muffa con la storia di quando era stato morso sll’alluce da un pesce druido.. Se poi siamo nel caso B “niente rapporto incestuoso” e il Master è in vena: “Dunque.. hai un’ascia.. ereditata da tuo padre dici.. mmm.. ops.. sai.. l’ascia tuo padre l’aveva fregata ad un altro barbaro di un clan gemellato e.. ops.. uno di loro l’ha appena riconosciuta.. come dire.. ora sei nella merda e ti consiglio di indagare su cosa ha combinato tuo padre e perchè..” *risata diabolica*. Questo per dire che pure lì dove sembra che non ci sia scritto nulla ci potrebbe essere materiale per il DM se lo si vuol cercare.. il problema è se il bg non c’è!! XD

Ora, prima che Ricky e Mr Burpees mi lincino per l’off topic, contribuisco con:

Background della piccola Rouge
(Quando le favole non sono come ve le hanno raccontate.. Razza Skinwalker (Witchwolf) / Classe Summoner)
Chi non conosce la favola di Cappuccetto Rosso!! Tuttavia.. e se non fosse come ci è stata raccontata? Se Cappuccetto Rosso e il lupo non fossero affatto nemici? La sua prima mantella era del rosso vivo del sangue, i suoi capelli lisci e neri come la notte, i suoi occhi due pozzi profondi di oscurità. Non c'era lupo acquattato nell'ombra pronto ad assalirla, né zanne aguzze traboccanti di bava pronte a morderla, e il cacciatore non era affatto un suo amico.. al contrario!! Rouge, questo il suo nome, era una ragazzina come tante, con un unico piccolo oscuro segreto.. la sua famiglia non era affatto come le altre!! La mamma, una splendida donna gitana dai capelli mossi e gli occhi di un verde smeraldo, in quel paesino dove Rouge era nata, era conosciuta da tutti e la sua bancarella strabordava ogni giorno di piccole opere d'arte multicolore. C'era chi la faceva seguace di Desna, chi la venerava come un'ancella di Shelyn eppure, dietro le sue farfalle e le stoffe dei colori del cielo dopo la pioggia, si nascondeva ben altro: un'antica trama manipolata da mani esperte, calderoni e bamboline voodoo, e una capra per famiglio in grado di incornarti a fuoco vivo.. E se sua madre era qualcuno da non fare arrabbiare se non ci si voleva ritrovare in posizione fetale a ciucciarsi il pollice in preda ai peggiori incubi che si possano immaginare, sua nonna era anche peggio!! Già, perché la cara e dolce nonnina che andava a trovare nel bosco era ben lungi dall'essere un'innocua e indifesa vecchietta.. Avete presente la casa di marzapane e l'odore di biscotti appena sfornati, beh sua nonna fiutava bambini meglio di un maiale da tartufo, e quanto a cucinarli era imbattibile!! Almeno quanto era imbattibile la sua capanna a tirarsi su le fondamenta e a darsela letteralmente a gambe al minimo accenno di torce e forconi.. Ebbene, direte, a parte la misteriosa scomparsa dei compagni di scuola di Rouge (tali Hansel e Gretel..), un paio di streghe in famiglia non sono poi la fine del mondo.. E di fatti Rouge era ben contenta di andare a trovare la sua cara nonnina, quanto agli ululati.. Avete presente il classico padre apprensivo con una figlia in piena pubertà? Beh, c'è chi pedina la propria figlia facendo finta di leggere un giornale al rovescio con un buco grande quanto un pugno al centro e chi preferisce starsene acquattato dietro alberi e rocce pronto a sbranare il primo sbarbatello che prova ad allungare le mani.. inutile dire che, dopo i "primi appuntamenti", dei pretendenti non rimaneva traccia se non qualche osso mezzo spolpato.. Suvvia, qual'è il problema? Il problema era che, vuoi o non vuoi, la riduzione dei residenti presto o tardi si cominciò a notare e non fu l'unica cosa! Sì, perché Rouge da qualcuno doveva aver pur ripreso e nell'albero genealogico di famiglia non se ne salvava uno. Presto o tardi, piccoli incidenti fecero capolino nella sua vita: un panino azzannato con troppa foga durante il picnic sotto le stelle con la luna piena, un banco con delle strane e profonde striature dopo che la maestra l'aveva fatta sobbalzare starnazzando come un'oca impazzita perché si era addormentata durante la lezione, e così via.. Se il sangue maledetto del padre scorreva nelle sue vene, sottopelle, la magia della madre frizzava in risonanza con l'antica trama.. Tuttavia lei era diversa! Né carne né pesce, o meglio dire uno strano ibrido: lei non si trasformava in lupo, solo le orecchie, i canini, e la coda; e non aveva capre parlanti, parlava da sola, con un amico immaginario che tanto immaginario non rimase, Wuruhi, richiamato da un piccolo rituale nato per gioco, sotto le coperte nelle notti di tempesta..

Questa era Rouge e questa era la sua vita prima che.. vi ricordate il cacciatore? Ecco, proprio lui!! Come detto, tra sparizioni improvvise e avanzi di cibo sospetti, qualcuno al villaggio aveva deciso di vederci chiaro e quattro occhi son meglio di due. Il lupo mangiò la nonna, si travestì al suo posto tendendo una trappola a Cappuccetto Rosso per poi papparsi pure lei finché il coraggioso cacciatore non uccise il lupo sventrandolo e tirando fuori dalla sua pancia nonna e nipote mezze digerite ma incredibilmente vive? BALLE!! Come andò veramente..? Facile. Scambiate "lupo" e "cacciatore". Ora scambiate "mangiò" e "uccise". Fatto? Ebbene? Che vien fuori? La verità!! Fu il cacciatore ad ammazzare la nonna. Fu lui a travestirsi per tendere una trappola a Cappuccetto Rosso. E fu il padre di Rouge che con coraggio si scagliò contro il cacciatore per salvare la figlia!! E la madre? Bella domanda! Ma come..non ci arrivate? Dai.. è semplice!! Ok, ve lo dico.. Tutta opera di "paio di occhi numero uno" (sì, quello che ha chiamato l'amico cacciatore!).. Quel rosicone erano anni che bramava l'amore della gitana e come ottenerlo se non eliminando l'intera famiglia di lei per poi offrirle una fantastica spalla su cui piangere!? Peccato che la mamma di Rouge aveva il simpatico passatempo di sbirciare i vicini usando l'intera fattoria di animali a mo' di telecamere spia, e.. beccato!! In allarme per la strana coppia complottante (spasimante & cacciatore appena giunto!) anche lei si era data da fare usando tutte le sue arti per scoprire cosa c'era sotto..

Quindi? Come finisce la storia? Ma con un ".. e morirono tutti felici e contenti", ovviamente!! Scontro << Spasimante Stalker vs Strega con marito e figlia >>? Lui devastato mentalmente con l'unico neurone rimanente che crede ormai di essere Nerone e lei arsa viva (era una strega che vi aspettavate XD). Scontro << Cacciatore vs Uomo amante delle corse a quattro zampe nudo sotto la luna >>? Il primo, sfigurato a vita natural durante che manco un miracolo, il secondo, sventrato (ma la sapete la storia o no!? XD) tranne per il piccolo particolare che nella sua pancia ritrovarono un braccio quasi certamente appartenuto ad un noto pifferaio che voleva fregare le scorte a sua suocera.. E Rouge!?!?! Nessuno la vide più. Aveva dei parenti a nord-est.. qualche zio o cugino, da parte di padre, trasferiti in città e un paio di streghe amiche di famiglia che avevan messo su un negozietto "Parfums et Potions pour le Femmes" (Ps. Due sorelle trans, armadi a doppia anta con un vocione che te la fai sotto all'istante, ma non diteglielo!!). Ed è qui che ritroviamo Rouge.. in viaggio a cercare il resto del parentado.. Ah già, quasi dimenticavo, se vi capita di vedere a terra gigantesche orma di papero, dieci ad uno che è la capanna della nonna, Rouge ha scordato di ancorarla e la leggenda vuole che stia cercando di battere il giro del mondo in 80 giorni..
~~~ The End? ~~~


Background di Miyabi-Ren
(Figlio di un dio minore.. Razza Kitsune / Classe Oracolo)
Lui... è un bastardo. È un kitsune di sconda classe, un sangue misto, nato dall'avventura di una notte tra una giovane ragazza troppo ingenua e un furbo amante del gentil sesso di passaggio. Non ha la più pallida idea di chi sia suo padre. Di lui conosce solo la razza e una cicatrice sulla guancia destra, questo era tutto ciò che sua madre gli aveva detto, tutto ciò che aveva per ritrovarlo ammesso che volesse farlo. Perchè a lui non importava o meglio non glielo perdonava. Per quanto all'epoca fosse solo un ragazzino lo sapeva, lo sentiva. Sua madre era poco più che una bambina quando rimase incinta e "lui" si era già dileguato senza neanche un addio. Ma quel che fu peggio è che se ne andò senza dirle nulla, senza rivelarle chi fosse davvero. La lasciò sola dinanzi a qualcosa di inaspettato e che difficilmente sarebbe stato accettato. Sarebbe dovuto nascere uomo invece... gli dei o il fato decisero di giocare sporco facendolo nascere volpe!

Quando nacque chi fosse fu lampante. Troppa pelliccia perchè potesse essere considerata semplice peluria... Un piccolo cucciolo di volpe in forma antropomorfa non passa certo inosservato e per quanto in famiglia avessero pregato e scongiurato la levatrice di mantenere il segreto qualcosa era trapelato perchè la folla di curiosi che andava affacciandosi presso l'abitazione dei suoi nonni aumentava col passare dei giorni. Suo nonno fu inamovibile, nessuno entrò e nessuno uscì finchè col passare delle settimane la novità finì nel dimenticatoio. Da quel giorno Miyabi fu tenuto nascosto, crebbe all'ombra delle grandi montagne nel vicino tempietto dedicato neanche a farlo apposta a Daikitsu, dea dell'agricoltura, del riso e... madre dei Kitsune! Suo nonno era il venerabile sacerdote a cura del piccolo tempio e passava lì la maggior parte del suo tempo. Fu solo quando si avvicinò ai cinque anni (quando finalmente imparò a padroneggiare la sua forma umana) che gli fu permesso di frequentare il vicino paese di Tochigi. Ma, nonostante gli anni ormai passati dalla sua nascita, era un piccolo paese in cui le voci tendevano a ristagnare a lungo. La maggior parte della gente del posto lo schivava mantenendo le distanze, trattandolo come un appestato o peggio, e anche i suoi coetanei tendevano a escluderlo o a dargli il tormento.

Non riuscì mai ad integrarsi, troppa diffidenza, troppi pregiudizi perchè potesse riuscirci e comunque dopo alcuni "incidenti" aveva rinunciato lui stesso a farsi accettare. Se la maledizione di essere nato mezzo-volpe era già di per sé un problema ad essa ben presto si aggiunse la consapevolezza che non era l'unica e neanche la peggiore. Durante un litigio tra ragazzi infatti Miyabe finì col perdere il controllo, i presenti raccontarono di un ragazzino trasformato in una sorta di demone che ringhiava parole in un linguaggio degno degli inferi e di fiamme azzurre che egli sprigionava dalle mani. Il nonno mise tutto a tacere ma non fu il primo episodio e a lungo andare divenne difficile per il sacerdote far tacere le malelingue fu allora che Miyabi-Ren fu mandato via. Era divenuto un problema, o forse lo era sempre stato, e il nonno decise infine di ricorrere alle sue conoscenze. Fu così che di lì a poco un vecchio chierico dall'età indefinita si presentò alla porta del tempio e lo portò via con sé.

Da quel giorno quel chierico fu la sua guida e il suo maestro. L'anziano sacerdote gli insegnò l'arte della pazienza e della meditazione o almeno ci provò, e insieme ad essa altre arti che potessero aiutarlo trasmettendogli anche tutte le sue conoscenze. Quel chierico era un prete errante e Miyabi crebbe con la strada a fargli da casa. Sempre più consapevole delle problematiche legate alla sua natura si adattò ben presto alla sua forma umana quasi rinnegando il suo vero essere. E viaggiò in lungo e in largo senza mai fermarsi per più di una notte, seguendo inconsapevolmente le orme del padre. Ma per quanto si allontanasse e per quanto vagasse non passava anno che non tornasse nel suo luogo natio. Ogni anno sempre lo stesso giorno e per un solo giorno egli tornava al paese di Tochigi e mentre il resto degli abitanti festeggiava la ricorrenza della battaglia contro il crudele Bao Tseng lui passava defilato per le stradine dei campi fino al tempietto dove dimorava sua madre o l'ombra che era diventata. Dopo il parto sua madre cadde infatti in una profonda depressione: incapace di accettare il suo stesso figlio per ciò che era, aveva finito per sprofondare sempre più nell'oblio da cui ormai sembrava irrecuperabile. Eppure Miyabi non riusciva a staccarsi da lei, e per quanto gli facesse male continuava a tornare nella infantile speranza che un giorno ella lo avrebbe accolto a braccia aperte, nella speranza che un giorno lo avrebbe amato.

Era il 16 luglio, un altro anno era passato e lui come ormai di consuetudine era tornato...


Background della piccola Ay Lee
(Per il ciclo Poveri Padri I.. Razza Umana / Classe Maga)
BACKGROUND: Ay è nata e cresciuta nella città di HelmTown. Ultima di cinque figli. Il padre (Korman) è uno stimato mercante mentre la madre (Ivy), morta nel darla alla luce, era un tempo una grande maga conosciuta e rispettata da tutti. I fratelli (Shaun, Ren, Luis, Marcus), tutti più grandi e tutti guerrieri affermati, l'hanno da sempre coccolata e protetta. Il padre, vedendo la sua propensione per la magia, sin da piccolissima la iscrisse all'accademia di magia della città, la "Aigam accademy", fondata molti secoli prima da un mago forestiero giunto dal nord. In memoria della "illustre Ivy", la scuola accettò di buon grado quella piccola allieva. Ci volle poco perchè tutti alla scuola si rendessero conto del potenziale di quella giovane apprendista maga ma... ben presto fu chiaro a tutti che Ay non era una bambina "normale". Sbadata, Smemorata, distratta, spesso trovata a fissare il vuoto con sguardo assente... Ay viveva, infatti, in un mondo tutto suo. Nonostante ormai avesse 15 anni fatti continuava ad essere una bambina,
una bambina desisderosa di vedere il mondo. Il padre glielo aveva promesso, le aveva promesso che una volta raggiunta la maggiore età le avrebbe dato il permesso di fare un viaggio, da sola. Ma, quando arrivò il tanto atteso giorno, Ay capì che il padre non l'avrebbe mai lasciata andare. Korman temeva per la sua bambina così indifesa e così diversa, non sarebbe durata un giorno lontano dalla sua casa, era una creatura troppo "pura" perchè il male non la desiderasse. Ma Ay, era stanca della sua prigione dorata. Sì, nel quartiere tutti le volevano un gran bene e lei era felice ma.. lei voleva vederlo quel mondo di cui aveva letto e su cui aveva fantasticato. Certo, grazie al negozio del padre, qualcosa di quel mondo aveva già avuto modo di conoscerlo ma questo non le bastava. Non le bastava avere un elfo e uno gnomo tra i suoi maestri, né aver conosciuto i nani amici del padre. Ay voleva di più.. le maestose città naniche di cui aveva sentito parlare, i meravigliosi villaggi sospesi degli elfi, le creature leggendarie come centauri e folletti e, finanché, gli imponenti draghi che riempivano pagine e pagine dei suoi libri. Lei voleva vederli con i suoi propri occhi. Era questo il suo più grande desiderio, un desiderio a cui non seppe resistere. Così, un bel giorno raccolse le sue cose, prese il bastone che i fratelli le avevano regalato, prese una vecchia balestra di Shaun e.. il "libro", quello della madre che il padre si era tanto impegnato a nascondere ma che lei aveva trovato e sfogliato decine e decine di volte.
E se nè andò.. sgattaiolando dal retro mentre il padre era impegnato con dei clienti, lasciando al suo posto un biglietto:
"Papà, vado a vedere il mondo, non preoccuparti per me, mamma mi proteggerà! Ti voglio bene. La tua piccola Ay."


Background di Sakura Cliffhunger
(Per il ciclo Poveri Padri II.. Razza Umana / Classe Ladra)
BACKGROUND: Nata e cresciuta nella città di Blackspear. Figlia unica. Il padre (Moris) uno dei tanti armaioli della città, l'ha cresciuta con amore cercando di non farle mancare mai nulla. La madre (Lucien), una sarta del luogo, venne meno quando lei aveva soltanto cinque anni, abbastanza per ricordarne l'affetto e il caldo abbraccio ma non abbastanza per ricordarne il volto. Sakura è sempre stata una bambina solitaria e introversa e la morte della madre non fece che accentuare questo suo carattere schivo. Sin dall'infanzia infatti non era mai riuscita a legare con gli altri bambini, l'unica eccezione era un ragazzino di poco più grande di lei, Tauran. Tauran era un piccolo ladro che si divertiva a combinare guai in giro per la città a discapito delle sue prede e con grande rammarico di suo nonno, suo tutore. Sakura crebbe a braccetto con lui, un po' perché erano vicini di casa e un po' perché era l'unico, oltre al padre, a capirla davvero. Se c'era una cosa, infatti, che Sakura odiava profondamente era il doversi conformare alle regole, alle leggi, alle tradizioni... Per lei, creatura dall'animo selvatico come quello di un gatto, era davvero difficile piegarsi a fare ciò che gli altri, la gente, consideravano buono, giusto e doveroso. Soddisfare le aspettative degli altri non era tra le sue corde, come non lo era fare la "brava bambina che aiuta in casa, impara l'arte del cucito e fa una calza in attesa di trovare marito e sistemarsi". Il padre lo sapeva e lo accettava anche se con un po' di rammarico e con la speranza che un giorno si "ravvedesse".
Ma lei non si ravvide.. Almeno non finora. Sakura era uno spirito libero e come tale voleva vivere e, man mano che cresceva, il desiderio di avventura cresceva di pari passo dentro di lei.

Raggiunta la maggiore età, il padre le forgiò, sotto sua esplicita richiesta, un Kusarigama, arma che lei aveva visto in un libro e di cui si era da subito innamorata. Moris era pronto a tutto pur di rendere felice la sua amata figlia ma, in cuor suo, sperava che nessuno le insegnasse mai ad usarlo. Speranza che venne battuta dalla testardaggine di una ragazza che da quel giorno non fece che allenarsi e allenarsi arrivando ben presto a padroneggiare quel'arma esotica meglio di quanto entrambi si aspettassero. Tauran, dal canto suo, le insegnò i trucchetti del "mestiere" divenendo una sorta di maestro o guida agli occhi della giovane Sakura oltre che il suo migliore e unico amico. Questo stato di cose perdurò per diversi anni, Sakura passava le sue giornate ad aiutare il padre e le sue nottate a vagabondare insieme a Tauran per i tetti della città, finché...

Era il giorno del suo 21esimo compleanno, Sakura aveva appuntamento con Tauran alla locanda del quartiere ma... lui non si presentò. Da qualche tempo Tauran le aveva confidato di aver trovato un "cliente" molto generoso e capitava spesso che scomparisse per più di un giorno per "lavoro" ma non era mai successo che mancasse al suo compleanno. Sakura era preoccupata, Tauran stava cambiando in un modo che non le piaceva e forse questo "cliente" ne era la causa e ora, arrabbiata e delusa per il comportamento dell'amico, era più che intenzionata ad intervenire. Nei giorni seguenti lo cercò in lungo e in largo ma di lui non vi era nessuna traccia e nessuno sembrava saperne niente. La sua preoccupazione aumentava. Dopo una settimana di ricerche e attese, Sakura ne ebbe abbastanza. Riferì l'accaduto al padre, fece armi e bagagli e partì. Tauran era da qualche parte, ne era sicura, e, a costo di ribaltare l'intero mondo conosciuto, l'avrebbe ritrovato! Fu così che il padre la vide andar via, pregando in cuor suo gli dei di proteggerla... "Moglie mia, la nostra bimba è cresciuta, ho fatto del mio meglio perché potesse seguire la sua strada, forse ho sbagliato, ora tocca a te moglie mia, veglia su di lei e perdona tuo marito per non essere stato un padre migliore!"
 
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Posted on 11/12/2017, 12:07     Like  
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@Onizuka85: il discorso che faccio è che in realtà è falso che il BG sia la storia del personaggio fino a quando non si apra l'avventura. Il BG è la quotidianità del personaggio fino a che questa venga interrotta dall'avventura. Prendiamo un personaggio famoso: Obi-Wan Kenobi. Questo è stato introdotto al pubblico come un eremita fino a che Luke non è arrivato a rompergli le scatole. Che abbia combattuto la guerra dei cloni o che abbia sconfitto Darth Maul non è parte del BG. Prendi il BG della tua ladra: cosa ci dice della quotidianità delle sue giornate? Niente: racconta come e perché abbia lasciato la città di Blackspear. A rigor di "narrativa" il tutto potrebbe riassumersi in
"Sakura è un'adolescente ribelle nel corpo di una ventunenne. Di indole solitaria ed introversa, lascia la sua città e la sua famiglia quando l'unica persona a cui si sia mai affezionata (Tauran, un ruffiano di strada) sparisce misteriosamente."
Il resto sono un sacco di chiacchiere. Ad esempio della madre morta non te ne fai nulla fino al momento in cui non dici qualcosa del carattere del padre di Sakura, che le affida il destino della figlia. Ma anche il padre di Sakura è ininfluente al BG, e serve solo per raccontare al mondo quanto lei sia ribelle (ma anche chissenefrega, già quando dici che è una ladra si intuisce che possa non aver fatto voto d'obbedienza).
Un DM per coinvolgere un PG in un'avventura ha bisogno di rompere un equilibrio, non di agganciarsi ad un evento del passato. E' chiaro che per coinvolgere (la tua) Sakura in un'avventura il DM ha solo il pretesto di farle avere informazioni su Tauran perché è l'unica cosa che adesso le interessi. Se tu dicessi qualcosa di come passa le giornate, il DM potrebbe "rompere" la sua routine in un modo qualsiasi e "costringerla" all'avventura in maniera più naturale.

Ed ora chiudo davvero con l'OT che altrimenti i mod mi cazziano :lol:
 
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Posted on 11/12/2017, 13:09     Like  
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Immortale

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Dovremmo aprire un topic su questa discussione OT!
Perché mi ha veramente preso, e non vorrei postare ancora qua in OT........ anche se mi prudono le dita! XD

Anche perché vorrei rispondere ad entrambi xD
 
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80 replies since 31/7/2017, 20:38   1563 views
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