| Mmmmmmmmmmmmmmmmmmm.... Concordo con Ulric e allo stesso tempo.. non concordo con Ulric XD Il BG è la storia del personaggio fino a qualche istante prima che si apra il sipario sulla sua avventura. Ovvio che farne una biografia di 345 pagine più copertina rigida e commento dell’autore non serve ad una mazza.. Però i punti salienti ne tratteggiano chi è o come è diventato quello che è (e sì, servono a giustificare le sette classi e i ventordici talenti.. XD). A chi frega? Io parto dal presupposto che non freghi a nessuno, con la speranza però di fare abbastanza role da sbottonare il mio pg pian piano come accadrebbe nella realtà a furia di sgomitare fianco a fianco salvandosi reciprocamente le chiappe. A che serve? Dipende. Se ci sono spunti/agganci per il DM potrebbe essere la chiave di Volta (insieme ai bg degli altri ovviamente) per costruire la più epica campagna a misura di personaggio mai creata, tuttavia se al DM non frega nulla e se da bg son già tutti morti e sepolti allora la risposta è: “sacco dei ricordi” da cui pescare eventualmente quando non si sa che cacchio scrivere.. Perciò concordo con te ma è ingiusto definire un bg fine a se stesso “mal scritto”, poco fruibile ok ma non mal scritto, perchè anche i bg da fine del mondo esistono e i personaggi si portano bagagli assurdi di traumi psicologici che poi vanno andrebbero ruolati.. A tal proposito.. siete sicuri che il bg più inutile e statico e fine a se stesso mai scritto sia davvero così? Famiglia morta, amici morti, tutti morti.. toh.. ecco il fantasma di tua sorella, tuo padre, e già che ci siamo pure il tuo bisnonno che ti rivelano la mega macchinazione che c’è dietro le loro morti.. [Dm dietro al suo tavolo in mogano con gatto in grembo che accarezza malvagiamente.. “Fregato piccolo pggiucolo che credevi di scampartela..”] CITAZIONE Faccio un esempio: è più interessante sapere che Gukulko il mezz'orco barbaro puzzone ha un rapporto incestuoso con la sorellastra che ama alla follia oppure che quando era piccolo ha imparato a combattere con l'ascia bipenne perfetta ereditata dal padre per difendere l'onore di tale sorellastra? Ah, sicuramente molto più interessante il rapporto incestuoso a patto che Interessi al Master, o va a fare muffa con la storia di quando era stato morso sll’alluce da un pesce druido.. Se poi siamo nel caso B “niente rapporto incestuoso” e il Master è in vena: “Dunque.. hai un’ascia.. ereditata da tuo padre dici.. mmm.. ops.. sai.. l’ascia tuo padre l’aveva fregata ad un altro barbaro di un clan gemellato e.. ops.. uno di loro l’ha appena riconosciuta.. come dire.. ora sei nella merda e ti consiglio di indagare su cosa ha combinato tuo padre e perchè..” *risata diabolica*. Questo per dire che pure lì dove sembra che non ci sia scritto nulla ci potrebbe essere materiale per il DM se lo si vuol cercare.. il problema è se il bg non c’è!! XD Ora, prima che Ricky e Mr Burpees mi lincino per l’off topic, contribuisco con: Background della piccola Rouge(Quando le favole non sono come ve le hanno raccontate.. Razza Skinwalker (Witchwolf) / Classe Summoner) Chi non conosce la favola di Cappuccetto Rosso!! Tuttavia.. e se non fosse come ci è stata raccontata? Se Cappuccetto Rosso e il lupo non fossero affatto nemici? La sua prima mantella era del rosso vivo del sangue, i suoi capelli lisci e neri come la notte, i suoi occhi due pozzi profondi di oscurità. Non c'era lupo acquattato nell'ombra pronto ad assalirla, né zanne aguzze traboccanti di bava pronte a morderla, e il cacciatore non era affatto un suo amico.. al contrario!! Rouge, questo il suo nome, era una ragazzina come tante, con un unico piccolo oscuro segreto.. la sua famiglia non era affatto come le altre!! La mamma, una splendida donna gitana dai capelli mossi e gli occhi di un verde smeraldo, in quel paesino dove Rouge era nata, era conosciuta da tutti e la sua bancarella strabordava ogni giorno di piccole opere d'arte multicolore. C'era chi la faceva seguace di Desna, chi la venerava come un'ancella di Shelyn eppure, dietro le sue farfalle e le stoffe dei colori del cielo dopo la pioggia, si nascondeva ben altro: un'antica trama manipolata da mani esperte, calderoni e bamboline voodoo, e una capra per famiglio in grado di incornarti a fuoco vivo.. E se sua madre era qualcuno da non fare arrabbiare se non ci si voleva ritrovare in posizione fetale a ciucciarsi il pollice in preda ai peggiori incubi che si possano immaginare, sua nonna era anche peggio!! Già, perché la cara e dolce nonnina che andava a trovare nel bosco era ben lungi dall'essere un'innocua e indifesa vecchietta.. Avete presente la casa di marzapane e l'odore di biscotti appena sfornati, beh sua nonna fiutava bambini meglio di un maiale da tartufo, e quanto a cucinarli era imbattibile!! Almeno quanto era imbattibile la sua capanna a tirarsi su le fondamenta e a darsela letteralmente a gambe al minimo accenno di torce e forconi.. Ebbene, direte, a parte la misteriosa scomparsa dei compagni di scuola di Rouge (tali Hansel e Gretel..), un paio di streghe in famiglia non sono poi la fine del mondo.. E di fatti Rouge era ben contenta di andare a trovare la sua cara nonnina, quanto agli ululati.. Avete presente il classico padre apprensivo con una figlia in piena pubertà? Beh, c'è chi pedina la propria figlia facendo finta di leggere un giornale al rovescio con un buco grande quanto un pugno al centro e chi preferisce starsene acquattato dietro alberi e rocce pronto a sbranare il primo sbarbatello che prova ad allungare le mani.. inutile dire che, dopo i "primi appuntamenti", dei pretendenti non rimaneva traccia se non qualche osso mezzo spolpato.. Suvvia, qual'è il problema? Il problema era che, vuoi o non vuoi, la riduzione dei residenti presto o tardi si cominciò a notare e non fu l'unica cosa! Sì, perché Rouge da qualcuno doveva aver pur ripreso e nell'albero genealogico di famiglia non se ne salvava uno. Presto o tardi, piccoli incidenti fecero capolino nella sua vita: un panino azzannato con troppa foga durante il picnic sotto le stelle con la luna piena, un banco con delle strane e profonde striature dopo che la maestra l'aveva fatta sobbalzare starnazzando come un'oca impazzita perché si era addormentata durante la lezione, e così via.. Se il sangue maledetto del padre scorreva nelle sue vene, sottopelle, la magia della madre frizzava in risonanza con l'antica trama.. Tuttavia lei era diversa! Né carne né pesce, o meglio dire uno strano ibrido: lei non si trasformava in lupo, solo le orecchie, i canini, e la coda; e non aveva capre parlanti, parlava da sola, con un amico immaginario che tanto immaginario non rimase, Wuruhi, richiamato da un piccolo rituale nato per gioco, sotto le coperte nelle notti di tempesta..
Questa era Rouge e questa era la sua vita prima che.. vi ricordate il cacciatore? Ecco, proprio lui!! Come detto, tra sparizioni improvvise e avanzi di cibo sospetti, qualcuno al villaggio aveva deciso di vederci chiaro e quattro occhi son meglio di due. Il lupo mangiò la nonna, si travestì al suo posto tendendo una trappola a Cappuccetto Rosso per poi papparsi pure lei finché il coraggioso cacciatore non uccise il lupo sventrandolo e tirando fuori dalla sua pancia nonna e nipote mezze digerite ma incredibilmente vive? BALLE!! Come andò veramente..? Facile. Scambiate "lupo" e "cacciatore". Ora scambiate "mangiò" e "uccise". Fatto? Ebbene? Che vien fuori? La verità!! Fu il cacciatore ad ammazzare la nonna. Fu lui a travestirsi per tendere una trappola a Cappuccetto Rosso. E fu il padre di Rouge che con coraggio si scagliò contro il cacciatore per salvare la figlia!! E la madre? Bella domanda! Ma come..non ci arrivate? Dai.. è semplice!! Ok, ve lo dico.. Tutta opera di "paio di occhi numero uno" (sì, quello che ha chiamato l'amico cacciatore!).. Quel rosicone erano anni che bramava l'amore della gitana e come ottenerlo se non eliminando l'intera famiglia di lei per poi offrirle una fantastica spalla su cui piangere!? Peccato che la mamma di Rouge aveva il simpatico passatempo di sbirciare i vicini usando l'intera fattoria di animali a mo' di telecamere spia, e.. beccato!! In allarme per la strana coppia complottante (spasimante & cacciatore appena giunto!) anche lei si era data da fare usando tutte le sue arti per scoprire cosa c'era sotto..
Quindi? Come finisce la storia? Ma con un ".. e morirono tutti felici e contenti", ovviamente!! Scontro << Spasimante Stalker vs Strega con marito e figlia >>? Lui devastato mentalmente con l'unico neurone rimanente che crede ormai di essere Nerone e lei arsa viva (era una strega che vi aspettavate XD). Scontro << Cacciatore vs Uomo amante delle corse a quattro zampe nudo sotto la luna >>? Il primo, sfigurato a vita natural durante che manco un miracolo, il secondo, sventrato (ma la sapete la storia o no!? XD) tranne per il piccolo particolare che nella sua pancia ritrovarono un braccio quasi certamente appartenuto ad un noto pifferaio che voleva fregare le scorte a sua suocera.. E Rouge!?!?! Nessuno la vide più. Aveva dei parenti a nord-est.. qualche zio o cugino, da parte di padre, trasferiti in città e un paio di streghe amiche di famiglia che avevan messo su un negozietto "Parfums et Potions pour le Femmes" (Ps. Due sorelle trans, armadi a doppia anta con un vocione che te la fai sotto all'istante, ma non diteglielo!!). Ed è qui che ritroviamo Rouge.. in viaggio a cercare il resto del parentado.. Ah già, quasi dimenticavo, se vi capita di vedere a terra gigantesche orma di papero, dieci ad uno che è la capanna della nonna, Rouge ha scordato di ancorarla e la leggenda vuole che stia cercando di battere il giro del mondo in 80 giorni.. ~~~ The End? ~~~ Background di Miyabi-Ren(Figlio di un dio minore.. Razza Kitsune / Classe Oracolo) Lui... è un bastardo. È un kitsune di sconda classe, un sangue misto, nato dall'avventura di una notte tra una giovane ragazza troppo ingenua e un furbo amante del gentil sesso di passaggio. Non ha la più pallida idea di chi sia suo padre. Di lui conosce solo la razza e una cicatrice sulla guancia destra, questo era tutto ciò che sua madre gli aveva detto, tutto ciò che aveva per ritrovarlo ammesso che volesse farlo. Perchè a lui non importava o meglio non glielo perdonava. Per quanto all'epoca fosse solo un ragazzino lo sapeva, lo sentiva. Sua madre era poco più che una bambina quando rimase incinta e "lui" si era già dileguato senza neanche un addio. Ma quel che fu peggio è che se ne andò senza dirle nulla, senza rivelarle chi fosse davvero. La lasciò sola dinanzi a qualcosa di inaspettato e che difficilmente sarebbe stato accettato. Sarebbe dovuto nascere uomo invece... gli dei o il fato decisero di giocare sporco facendolo nascere volpe!
Quando nacque chi fosse fu lampante. Troppa pelliccia perchè potesse essere considerata semplice peluria... Un piccolo cucciolo di volpe in forma antropomorfa non passa certo inosservato e per quanto in famiglia avessero pregato e scongiurato la levatrice di mantenere il segreto qualcosa era trapelato perchè la folla di curiosi che andava affacciandosi presso l'abitazione dei suoi nonni aumentava col passare dei giorni. Suo nonno fu inamovibile, nessuno entrò e nessuno uscì finchè col passare delle settimane la novità finì nel dimenticatoio. Da quel giorno Miyabi fu tenuto nascosto, crebbe all'ombra delle grandi montagne nel vicino tempietto dedicato neanche a farlo apposta a Daikitsu, dea dell'agricoltura, del riso e... madre dei Kitsune! Suo nonno era il venerabile sacerdote a cura del piccolo tempio e passava lì la maggior parte del suo tempo. Fu solo quando si avvicinò ai cinque anni (quando finalmente imparò a padroneggiare la sua forma umana) che gli fu permesso di frequentare il vicino paese di Tochigi. Ma, nonostante gli anni ormai passati dalla sua nascita, era un piccolo paese in cui le voci tendevano a ristagnare a lungo. La maggior parte della gente del posto lo schivava mantenendo le distanze, trattandolo come un appestato o peggio, e anche i suoi coetanei tendevano a escluderlo o a dargli il tormento.
Non riuscì mai ad integrarsi, troppa diffidenza, troppi pregiudizi perchè potesse riuscirci e comunque dopo alcuni "incidenti" aveva rinunciato lui stesso a farsi accettare. Se la maledizione di essere nato mezzo-volpe era già di per sé un problema ad essa ben presto si aggiunse la consapevolezza che non era l'unica e neanche la peggiore. Durante un litigio tra ragazzi infatti Miyabe finì col perdere il controllo, i presenti raccontarono di un ragazzino trasformato in una sorta di demone che ringhiava parole in un linguaggio degno degli inferi e di fiamme azzurre che egli sprigionava dalle mani. Il nonno mise tutto a tacere ma non fu il primo episodio e a lungo andare divenne difficile per il sacerdote far tacere le malelingue fu allora che Miyabi-Ren fu mandato via. Era divenuto un problema, o forse lo era sempre stato, e il nonno decise infine di ricorrere alle sue conoscenze. Fu così che di lì a poco un vecchio chierico dall'età indefinita si presentò alla porta del tempio e lo portò via con sé.
Da quel giorno quel chierico fu la sua guida e il suo maestro. L'anziano sacerdote gli insegnò l'arte della pazienza e della meditazione o almeno ci provò, e insieme ad essa altre arti che potessero aiutarlo trasmettendogli anche tutte le sue conoscenze. Quel chierico era un prete errante e Miyabi crebbe con la strada a fargli da casa. Sempre più consapevole delle problematiche legate alla sua natura si adattò ben presto alla sua forma umana quasi rinnegando il suo vero essere. E viaggiò in lungo e in largo senza mai fermarsi per più di una notte, seguendo inconsapevolmente le orme del padre. Ma per quanto si allontanasse e per quanto vagasse non passava anno che non tornasse nel suo luogo natio. Ogni anno sempre lo stesso giorno e per un solo giorno egli tornava al paese di Tochigi e mentre il resto degli abitanti festeggiava la ricorrenza della battaglia contro il crudele Bao Tseng lui passava defilato per le stradine dei campi fino al tempietto dove dimorava sua madre o l'ombra che era diventata. Dopo il parto sua madre cadde infatti in una profonda depressione: incapace di accettare il suo stesso figlio per ciò che era, aveva finito per sprofondare sempre più nell'oblio da cui ormai sembrava irrecuperabile. Eppure Miyabi non riusciva a staccarsi da lei, e per quanto gli facesse male continuava a tornare nella infantile speranza che un giorno ella lo avrebbe accolto a braccia aperte, nella speranza che un giorno lo avrebbe amato.
Era il 16 luglio, un altro anno era passato e lui come ormai di consuetudine era tornato... Background della piccola Ay Lee(Per il ciclo Poveri Padri I.. Razza Umana / Classe Maga) BACKGROUND: Ay è nata e cresciuta nella città di HelmTown. Ultima di cinque figli. Il padre (Korman) è uno stimato mercante mentre la madre (Ivy), morta nel darla alla luce, era un tempo una grande maga conosciuta e rispettata da tutti. I fratelli (Shaun, Ren, Luis, Marcus), tutti più grandi e tutti guerrieri affermati, l'hanno da sempre coccolata e protetta. Il padre, vedendo la sua propensione per la magia, sin da piccolissima la iscrisse all'accademia di magia della città, la "Aigam accademy", fondata molti secoli prima da un mago forestiero giunto dal nord. In memoria della "illustre Ivy", la scuola accettò di buon grado quella piccola allieva. Ci volle poco perchè tutti alla scuola si rendessero conto del potenziale di quella giovane apprendista maga ma... ben presto fu chiaro a tutti che Ay non era una bambina "normale". Sbadata, Smemorata, distratta, spesso trovata a fissare il vuoto con sguardo assente... Ay viveva, infatti, in un mondo tutto suo. Nonostante ormai avesse 15 anni fatti continuava ad essere una bambina, una bambina desisderosa di vedere il mondo. Il padre glielo aveva promesso, le aveva promesso che una volta raggiunta la maggiore età le avrebbe dato il permesso di fare un viaggio, da sola. Ma, quando arrivò il tanto atteso giorno, Ay capì che il padre non l'avrebbe mai lasciata andare. Korman temeva per la sua bambina così indifesa e così diversa, non sarebbe durata un giorno lontano dalla sua casa, era una creatura troppo "pura" perchè il male non la desiderasse. Ma Ay, era stanca della sua prigione dorata. Sì, nel quartiere tutti le volevano un gran bene e lei era felice ma.. lei voleva vederlo quel mondo di cui aveva letto e su cui aveva fantasticato. Certo, grazie al negozio del padre, qualcosa di quel mondo aveva già avuto modo di conoscerlo ma questo non le bastava. Non le bastava avere un elfo e uno gnomo tra i suoi maestri, né aver conosciuto i nani amici del padre. Ay voleva di più.. le maestose città naniche di cui aveva sentito parlare, i meravigliosi villaggi sospesi degli elfi, le creature leggendarie come centauri e folletti e, finanché, gli imponenti draghi che riempivano pagine e pagine dei suoi libri. Lei voleva vederli con i suoi propri occhi. Era questo il suo più grande desiderio, un desiderio a cui non seppe resistere. Così, un bel giorno raccolse le sue cose, prese il bastone che i fratelli le avevano regalato, prese una vecchia balestra di Shaun e.. il "libro", quello della madre che il padre si era tanto impegnato a nascondere ma che lei aveva trovato e sfogliato decine e decine di volte. E se nè andò.. sgattaiolando dal retro mentre il padre era impegnato con dei clienti, lasciando al suo posto un biglietto: "Papà, vado a vedere il mondo, non preoccuparti per me, mamma mi proteggerà! Ti voglio bene. La tua piccola Ay." Background di Sakura Cliffhunger (Per il ciclo Poveri Padri II.. Razza Umana / Classe Ladra) BACKGROUND: Nata e cresciuta nella città di Blackspear. Figlia unica. Il padre (Moris) uno dei tanti armaioli della città, l'ha cresciuta con amore cercando di non farle mancare mai nulla. La madre (Lucien), una sarta del luogo, venne meno quando lei aveva soltanto cinque anni, abbastanza per ricordarne l'affetto e il caldo abbraccio ma non abbastanza per ricordarne il volto. Sakura è sempre stata una bambina solitaria e introversa e la morte della madre non fece che accentuare questo suo carattere schivo. Sin dall'infanzia infatti non era mai riuscita a legare con gli altri bambini, l'unica eccezione era un ragazzino di poco più grande di lei, Tauran. Tauran era un piccolo ladro che si divertiva a combinare guai in giro per la città a discapito delle sue prede e con grande rammarico di suo nonno, suo tutore. Sakura crebbe a braccetto con lui, un po' perché erano vicini di casa e un po' perché era l'unico, oltre al padre, a capirla davvero. Se c'era una cosa, infatti, che Sakura odiava profondamente era il doversi conformare alle regole, alle leggi, alle tradizioni... Per lei, creatura dall'animo selvatico come quello di un gatto, era davvero difficile piegarsi a fare ciò che gli altri, la gente, consideravano buono, giusto e doveroso. Soddisfare le aspettative degli altri non era tra le sue corde, come non lo era fare la "brava bambina che aiuta in casa, impara l'arte del cucito e fa una calza in attesa di trovare marito e sistemarsi". Il padre lo sapeva e lo accettava anche se con un po' di rammarico e con la speranza che un giorno si "ravvedesse". Ma lei non si ravvide.. Almeno non finora. Sakura era uno spirito libero e come tale voleva vivere e, man mano che cresceva, il desiderio di avventura cresceva di pari passo dentro di lei.
Raggiunta la maggiore età, il padre le forgiò, sotto sua esplicita richiesta, un Kusarigama, arma che lei aveva visto in un libro e di cui si era da subito innamorata. Moris era pronto a tutto pur di rendere felice la sua amata figlia ma, in cuor suo, sperava che nessuno le insegnasse mai ad usarlo. Speranza che venne battuta dalla testardaggine di una ragazza che da quel giorno non fece che allenarsi e allenarsi arrivando ben presto a padroneggiare quel'arma esotica meglio di quanto entrambi si aspettassero. Tauran, dal canto suo, le insegnò i trucchetti del "mestiere" divenendo una sorta di maestro o guida agli occhi della giovane Sakura oltre che il suo migliore e unico amico. Questo stato di cose perdurò per diversi anni, Sakura passava le sue giornate ad aiutare il padre e le sue nottate a vagabondare insieme a Tauran per i tetti della città, finché...
Era il giorno del suo 21esimo compleanno, Sakura aveva appuntamento con Tauran alla locanda del quartiere ma... lui non si presentò. Da qualche tempo Tauran le aveva confidato di aver trovato un "cliente" molto generoso e capitava spesso che scomparisse per più di un giorno per "lavoro" ma non era mai successo che mancasse al suo compleanno. Sakura era preoccupata, Tauran stava cambiando in un modo che non le piaceva e forse questo "cliente" ne era la causa e ora, arrabbiata e delusa per il comportamento dell'amico, era più che intenzionata ad intervenire. Nei giorni seguenti lo cercò in lungo e in largo ma di lui non vi era nessuna traccia e nessuno sembrava saperne niente. La sua preoccupazione aumentava. Dopo una settimana di ricerche e attese, Sakura ne ebbe abbastanza. Riferì l'accaduto al padre, fece armi e bagagli e partì. Tauran era da qualche parte, ne era sicura, e, a costo di ribaltare l'intero mondo conosciuto, l'avrebbe ritrovato! Fu così che il padre la vide andar via, pregando in cuor suo gli dei di proteggerla... "Moglie mia, la nostra bimba è cresciuta, ho fatto del mio meglio perché potesse seguire la sua strada, forse ho sbagliato, ora tocca a te moglie mia, veglia su di lei e perdona tuo marito per non essere stato un padre migliore!"
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